IL LIBRO E’ DISPONIBILE IN TUTTE LE LIBRERIE E ANCHE NELLA VERSIONE E-BOOK
“Un testo innovativo e scorrevole, ricco di riferimenti psicologici, filosofici e scientifici, in cui l’autrice Daniela Rossi, psicologa e giornalista, accompagna il lettore a riflettere su aspetti ancora poco studiati della psiche, capacità percettive e stati di coscienza per molti ancora ammantati di un’aura magica. L’intento è quello di contribuire a risolvere l’infruttuosa dicotomia che vede questo campo di studio quasi sempre respinto a priori dalla scienza e quindi liberamente interpretato in chiave esoterica o spirituale. La tesi è che sia giunto il momento di restituire all’ indagine psicologica e scientifica quello che le compete, in modo che milioni di persone comuni, occasionali testimoni di sogni predittivi, episodi di telepatia e altri casi interessanti ( alcuni sono riportati nel testo) possano trovare considerazione e risposte scevre da fantasticherie o superstizioni, avvalorate dall’ osservazione di ricercatori, fondate sulle teorie più recenti riferite alla psiche, alla coscienza e alla materia di cui siamo fatti. Alcuni capitoli sono dedicati ai percorsi che hanno caratterizzato il pensiero occidentale e il suo approccio a questi fenomeni, altri ancora alle scoperte della fisica quantistica che, nel mondo delle particelle elementari, ha messo in discussione una visione puramente empirista avvicinandola per alcuni aspetti alla concezione orientale del mondo. Solo la scienza, rendendosi disponibile a riconoscere e valutare in modo più aperto queste esperienze tipicamente umane e a mettere in atto nuove indagini sulla psiche, potrà mondare il campo da eccessi, credulità o malafede”.
LE PROSSIME PRESENTAZIONI :
BOLOGNA Lunedì 10 febbraio ore 18 Libreria Ibis Via Castiglione 11
MILANO In giorno da definirsi, mese di febbraio presentazione da Bibliothe in via Dezza 50 alle 17,30
TORINO Venerdì 6 marzo alle 18 Libreria Arethusa in via Giolitti 18 con la giornalista Donatella Actis
FIRENZE Venerdì 3 aprile Caffè Letterario organizzato dal Comitato Pari Opportuntà degli Avvocati. Con le avvocate Marina Capponi, Giuseppina Abbate e la giornalista Donatella Actis
BRESCIA Domenica 28 giugno alle 11,30 presentazione nell’ambito di MANIFESTA 2020 in luogo da definirsi
LE PRESENTAZIONI CHE SI SONO SVOLTE NEL 2019
MILANO 23 maggio Libreria Cultora con lo Psicoanalista Germano Manco
TORINO 3 giugno Circolo dei Lettori con le giornaliste Donatella Actis, Barbara Beccaria e la Psicoterapeuta Giuseppina Barbero
GENOVA 5 giugno Consultorio CSTCS con la giornalista Monica Lanfranco e la Psicoterapeuta Irene Malaspina
LA SPEZIA 9 giugno Libreria Contrappunto con Andrea Guglielmino
IMPERIA Venerdì 14 giugno Libreria Ragazzi Imperia Oneglia con la giornalista Milena Arnaldi
SANREMO Sabato 15 giugno Sala del Melograno con Daniela Cassini e Ito Ruscigni
BRESCIA Venerdì 21 giugno Libreria Il velo di Maya
MILANO Lunedì 24 giugno Sede Anima Edizioni
BORDIGHERA Sabato 13 luglio Libreria Mondadori con lo psicologo e psicoterapeuta Remigio Barbarino
PERUGIA Sabato 7 settembre Libreria Cavour
VOGHERA Venerdì 11 ottobre Libreria Del Centro con lo psicoanalista Germano Manco
PINEROLO Domenica 13 ottobre Bookstore Mondadori con la giornalista Donatella Actis
SANREMO Mercoled’ 30 ottobre Hotel Paradiso con lo psicologo psicoterapeuta Remigio Barbarino e la critica dell’arte Tiziana Zennaro
SAVIGLIANO Domenica 17 novembre Accademia Europea delle Essenze a Palazzo Taffini con la giornalista Donatella Actis e la formatrice botanica Magda Massaglia
MILANO Domenica 24 novembre conferenza Convegno nella sede di Anima Edizioni
La recensione della giornalista Rita Guidi della Gazzetta di Parma:
In fondo è un pensiero imperfetto. Un risveglio nella grotta di Platone: qualcosa che incrina le ciclopiche mura della razionalità. Per i fisici è quell’altra frontiera (l’ultima?) che si chiama meccanica quantistica. Universo disobbediente, controintuitivo, dispettoso quanto vero a disordinare formule e convinzioni. Per tutti noi è la timida luce di una materia oscura della quale ci sentiamo parte: qualcosa che raggiunge il confine inesplorato dentro di noi. E’ lì che guarda Daniela Rossi, con questo suo ultimo “Materia che sogna” (Ed.Anima 2019). Pagine di riflessioni, documenti, pensieri. Per ricollocare (riclassificare) quell’orizzonte di eventi – dai sogni premonitori ai casi di telepatia – da sempre frettolosamente catalogati come credulonerie o coincidenze. Vagliate dalle competenze dell’autrice (artista e psicologa, scrittrice e giornalista), questa vicende assumono una luce nuova, estendono i propri confini proprio laddove la scienza muove nuovi passi incerti. Sono e restano domande, certo: la Rossi lo ribadisce con forza. Ma sono dubbi che parlano. Sgretolano quei muri arroganti che finora hanno diviso le conoscenze. Chiedono menti altre. Come diceva Primo Levi, la separazione tra cultura umanistica e sceintifica è un assurdo: “non la conoscevano Empedocle, Dante, Leonardo, Galileo, Cartesio, Goethe, Einstein, né gli anonimi costruttori delle cattedrali gotiche, né Michelangelo; né la conoscono i buoni artigiani d’oggi, né i fisici esitanti sull’orlo dell’inconoscibile”. Non la conosceva Shakespeare: “siamo fatti della materia dei sogni”…E se fosse davvero davvero così?
Intervista pubblicata da IL FONT a cura di Rossana Pessione e Luisa Perlo
Come e perché è passata da una scrittura narrativa ad una prettamente espositiva, saggistica?
Sono una lettrice di saggi e le storie che ho raccontato nei libri precedenti credo lo lascino intuire. Ho approfondito la psicologia dei personaggi, la loro filosofia di vita. Può essere che il lettore non sia venuto a sapere se il protagonista era biondo o castano, elegante oppure no o come fosse esattamente l’ambiente in cui si muoveva ma ne ha conosciuti i pensieri più intimi, le motivazioni, le dipendenze, i desideri e i timori. In questo nuovo libro oltre ai contenuti psicologici e filosofici, ci sono ampi riferimenti alla fisica. Era importante affrontare un argomento tanto ampio con rispetto e cautela. Ho scritto questo libro attingendo alle mie letture nel campo delle scienze e all’esperienza come psicologa e giornalista.
Come ritiene di poter associare fisica quantistica e psicologia, due ambiti apparentemente privi di connessione?
Ho potuto farlo perché la necessità di una connessione è stata dichiarata più volte in ambito scientifico, ad esempio da Albert Einstein, del quale è noto il lato profondamente umano e Neil Turok, attualmente uno dei più importanti fisici del mondo. Il primo ha scritto che la nostra epoca è caratterizzata da meravigliosi successi nel campo delle scoperte scientifiche ma che ne’ questi ne’ le loro applicazioni tecniche possono garantirci da soli un’esistenza dignitosa se non si tiene presente la dimensione individuale e morale. Il secondo ha auspicato che tutti possano guardare il mondo come lo guardano oggi i fisici quantistici, in modo olistico e lungimirante. Secondo Turok occorre collegare le scoperte della fisica per la comprensione della realtà con le nostre possibilità e caratteristiche di esseri umani. E’ sua anche la frase che ho scelto di inserire nell’ultimo capitolo del mio libro per il suo valore etico: “ E’ venuto il momento di mettere in connessione la nostra scienza con la nostra umanità e di far si che entrambe mirino più in alto. Se solo potessimo collegare la nostra intelligenza al nostro cuore si spalancherebbe la porta verso un futuro più luminoso”.
Quale convinzione ha ricavato in seguito alle esperienze personali che racconta nel libro?
Nessuna certezza riguardo a dimensioni che un individuo consapevole dei limiti umani non può avere la presunzione di negare o affermare. Ne ho ricavato però la convinzione che sia importante e necessario approfondire la ricerca e lo studio riguardo alle nostre possibilità percettive e ad alcuni stati di coscienza estremamente interessanti. Il progresso scientifico esige un realistico impegno per la conoscenza anche in questo ambito. Occorre lo stesso genio e lo stesso coraggio che ha avuto Freud quando ha guardato ai sogni come a un’opportunità per la ricerca in un’epoca in cui era imbarazzante anche il solo farvi riferimento.
La materia che sogna siamo noi ?
Si e per certi versi siamo ancora un affascinante mistero. La scienza studia la materia di cui siamo fatti ma non sa ancora darci risposte riguardo alla coscienza, alle considerazioni metafisiche, al bisogno di trascendenza, alle grandi aspirazioni, alla dimensione artistica. E non è chiaro come possano i nostri processi biologici, che pure individuati singolarmente risultano comprensibili, tradursi tutti insieme in un’esperienza soggettiva coerente. La fisica quantistica ha ampliato il nostro sapere ma ha diminuito la convinzione, che gli scienziati prima avevano, di poter arrivare davvero a capire la natura. E tutti noi abbiamo con l’intero universo un rapporto molto più strano di quanto potessimo immaginare.
Dalla recensione della Psicologa e Psicoanalista Giuseppina Barbero:
“Un intreccio equilibrato e avvincente tra racconti, esperienze di vita, teorie, commenti e citazioni. Fin dalle prime pagine ci si incuriosisce, ci si emoziona, ci si ritrova quasi senza accorgersi, a chiedersi perché noi lettori abbiamo dato così poco credito ad eventi personali liquidati velocemente come “troppo strani” per essere detti, elaborati integrati nel proprio percorso di vita e di individuazione. Ci si ritrova a chiedersi perché sia così facile negare ed escludere da se’ parti del mondo interno che potrebbero condurci ad una soggettività più serena e autentica.
Daniela Rossi non ha nuove tesi ben confezionate per le quali battersi ma propone con delicatezza desideri, immagini, ricordi, curiosità e suggestioni che offrono l’occasione di avvicinarci un po’ di più a noi stessi e agli altri come esseri fatti di una “materia” ancora poco conosciuta ma forse, proprio per questo, ancora più affascinante. L’autrice si è cimentata in una materia difficilissima da mettere in parole, in racconto o in trattazione ed è riuscita a farlo senza mai scadere in toni polemici o saccenti”
Dalla recensione dello Psicologo e Psicoanalista Germano Manco
“Il fascino garbato di questo libro e’ che ci parla di avvenimenti che tutti noi, almeno una volta nella vita, abbiamo incontrato ma su cui raramente ci siamo soffermati a riflettere.Daniela Rossi ci invita a pensare l’impensabile e a dare forma alle apparenze a volte impossibili per la ragione. Con le sue parole non ci da’risposte ma ci pone stimoli. Vale la pena di raccoglierli, credetemi”
Recensione di un lettore (Marco Bensa -Sanremo)
C’è da aspettarsi che questo libro, a partire dalla sua prossima uscita (ora è disponibile la versione e-book), verrà autorevolmente presentato,recensito, discusso. In anteprima, quello che posso dirvi è questo: immaginate un filo teso tra fisica e metafisica e chiedetevi quale funambolo avrebbe il coraggio di camminarci, avanti e indietro, con dinvoltura (un conto è camminare sopra le cascate del Niagara come fece Philippe Petit, un altro è farlo su una fune che ha uno dei capi fissato a una sponda non altrettanto sicura). Oppure, chiedetevi quale scalatore affronterebbe d’inverno, senza chiodi e corde, la parete verticale dell’Eiger. Ebbene l’autrice si cimenta in entrambe le imprese, danza sul vuoto e si arrampica con agilità e leggerezza di free climber, sfidando la gravità e servendosi delle minime increspature che la parete rocciosa offre, per raggiungere la vetta. Da lassù si gode una splendida vista. ma le risposte alle domande di partenza, data la curvatura terreste, sono celate ben oltre l’orizzonte. Tuttavia i muscoli del corpo e della mente si sono irrobustiti nella salita, e si è corroborata la fiducia nelle proprie qualità alpinistiche, in una combinazione di razionalità, sensibilità e percezione.
“Ci sono più cose in cielo e in terra, Orazio, di quante ne sogni la tua filosofia” (o ne validi sperimentalmente la tua scienza). Dal campo base di questo verso shakespeariano si muove la coraggiosa scalata della nostra autrice. Lo stile è quello del giornalismo divulgativo che, sostenuto da fondamenti epistemologici, sorreggendosi agli appigli di numerose citazioni e riferimenti bibliografici, auspica che la conoscenza si dedichi ad un confronto più serrato con le capacità percettive, precognitive, mistiche, da intendere come altrettanti percorsi convergenti della coscienza umana. In fondo si tratta di farsi delle domande sulla stessa eterea sostanza di cui son fatti l’arte e i sogni o, alternativamente, a seconda del tipo di osservatore e del suo punto di vista, sulla stessa materia rocciosa di cui è fatta la parete dell’ Eiger. L’alternativa è continuare ad ignorare l’incitamento di Ulisse ai compagni volendo perseverare nell’abitudine a “viver come bruti”